Epatite C e malattie cardiovascolari: l’HCV è un fattore di rischio?
È ormai assodato che l’infezione da HCV, il virus dell’epatite C, non ha conseguenze solo sul fegato. L’epatite C è una malattia sistemica che si stima causi ripercussioni extraepatiche in ben più della metà dei pazienti[1]. Se in alcuni casi, come per la crioglobulinemia mista[2], il legame tra l’infezione virale e la manifestazione extraepatica è netto, in altri l’associazione è evidente ma servono maggiori dati per confermarla.
Questo accade ad esempio per le alterazioni del sistema cardiovascolare, che, tra l’altro, sono la prima causa di morte al mondo. Secondo i dati del progetto PITER (Piattaforma Italiana per lo Studio della Terapia delle Epatiti Virali), le alterazioni cardiovascolari sono presenti in circa il 30% della popolazione HCV positiva. Dal 13 al 50% delle persone con HCV, poi, soffre di diabete e dal 40 al 50% di ipertensione, che sono fattori di rischio cardiovascolare “tradizionali”[3].
Prove dell’associazione tra l’infezione cronica da HCV e le malattie cardiovascolari
Nel corso di vent’anni sono state raccolte diverse prove dell’associazione tra l’infezione cronica da HCV e le malattie cardiovascolari, tanto che per molti esperti ormai si tratta di qualcosa di più di un semplice sospetto[4].
Confermata, per esempio, è la correlazione tra l’epatite C cronica e il rischio di formazione di placche aterosclerotiche carotidee (cioè ispessimenti delle pareti delle arterie che portano il sangue alla testa formati da grasso e tessuto cicatriziale, che limitano il flusso sanguigno), che risulta due volte maggiore rispetto al rischio per la popolazione HCV negativa[5],[6].
L’infezione da HCV, inoltre, sembra indurre alterazioni cardiache, come l’ispessimento della parete del ventricolo sinistro, che risulta simile a quello riscontrato in pazienti HCV negativi ma ipertesi[7].
Gli studi finora condotti mostrano come l’infezione da HCV aumenti il rischio di eventi cardio-cerebrovascolari, come l’infarto e l’ictus[8]. Un dato che trova conferma anche nell’associazione statisticamente significativa tra l’epatite C e l’aumento del tasso di mortalità correlato alle malattie cardio e cerebrovascolari5,[9],[10].
In definitiva, tanti tasselli supportano il ruolo dell’HCV come fattore di rischio per lo sviluppo di alterazioni cardiovascolari, infarto del miocardio e ictus[11].
Come l’infezione da HCV contribuisca alla comparsa di questo tipo di manifestazioni non è del tutto chiaro. Ci sono, tuttavia, alcune evidenze sperimentali e sono state avanzate ipotesi sui possibili meccanismi innescati dal virus. Sembra che il virus dell’HCV sia in grado di infettare le cellule endoteliali (quelle che costituiscono l’interno dei vasi sanguigni) e di replicarsi al loro interno, alterando le funzioni dell’endotelio e la sua permeabilità. In questo modo il virus contribuirebbe direttamente al danno vascolare e allo sviluppo di placche aterosclerotiche. Inoltre, il virus potrebbe giocare anche un ruolo indiretto innescando infiammazione sistemica cronica, insulino resistenza, stress ossidativo e altre alterazioni associate allo sviluppo di danno vascolare4,[12].
“Materiale di carattere informativo non riferibile a contenuti di prodotto e non finalizzato alla promozione del farmaco”
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[1] Cacoub P, Comarmond C. Considering hepatitis C virus infection as a systemic disease. Semin. Dial. 2019; 32: 99–107.
[2] La crioglobulinemia mista è una forma autoimmune di vasculite (cioè di infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni) associata all’infezione da HCV. I sintomi sono molto vari: dalla debolezza ai dolori muscolari e articolari, dalle manifestazioni cutanee (porpora, piaghe ulcerose) a quelle nervose (formicolio, intorpidimento, bruciore agli arti), fino a conseguenze più serie come infarto e ictus. Charles ED, Dustin LB. Hepatitis C virus-induced cryoglobulinemia. Kidney Int 2009; 76:818-24.
[3] HCV e comorbidità metaboliche e cardiovascolari. HCV beyond the liver – quaderni di pratica clinica. Supplemento n° 2 alla rivista ReadFiles n° 4 dicembre 2016. Anno 17. Effetti Editore
[4] Mazzaro C, Quartuccio L, Adinolfi LE, et al. A Review on Extrahepatic Manifestations of Chronic Hepatitis C Virus Infection and the Impact of Direct-Acting Antiviral Therapy. Viruses. 2021 Nov 9;13(11):2249.
[5] Adinolfi LE, Restivo L, Zampino R. Chronic HCV infection is a risk of atherosclerosis. Role of HCV and HCV-related steatosis. Atherosclerosis. 2012;221:496–502.
[6] Petta S, Maida M, Macaluso FS, et al. Hepatitis C virus infection is associated with increased cardiovascular mortality: a meta-analysis of observational studies. Gastroenterology.2016;150(1):145-155.e4.
[7] Perticone M, Miceli S, Maio R, et al. Chronic HCV infection increases cardiac left ventricular mass index in normotensive patients. J Hepatol. 2014;61(4):755-60.
[8] Huang H, Kang R, Zhao Z. Hepatitis C Virus Infection and Risk of Stroke: A Systematic Review and Meta-Analysis. PLoS ONE. 2013;8:e81305.
[9] Lee MH, Yang HI., Wang CH, et al. Hepatitis C Virus Infection and Increased Risk of Cerebrovascular Disease. Stroke. 2010;41:2894–2900.
[10] Adinolfi LE, Restivo L, Guerrera B, et al. Chronic HCV infection is a risk factor of ischemic stroke. Atherosclerosis. 2013;231:22–26.
[11] Lee KK, Stelzle D, Bing R, et al. Global burden of atherosclerotic cardiovascular disease in people with hepatitis C virus infection: A systematic review, meta-analysis, and modelling study. Lancet Gastroenterol. Hepatol. 2019;4:794–804.
[12] Nevola R, Acierno C, Pafundi PC, et al. Chronic hepatitis C infection induces cardiovascular disease and type 2 diabetes: Mechanisms and management. Minerva Med. 2020;112:118–200.