Cinque falsi miti sull’Epatite C: sfatiamoli
Una recente indagine Doxapharma ha messo in luce come circa il 40% degli italiani non abbia un’idea precisa di cosa sia l’Epatite C, quali siano i comportamenti e le categorie di persone a rischio. Aleggia insomma ancora un po’ di confusione su cui si sono innestati alcuni falsi miti. Cerchiamo di fare chiarezza.
L’Epatite C non è causata dal consumo/abuso di alcolici.
L’epatite C è una malattia infettiva, determinata dal virus HCV che aggredisce le cellule del fegato (ma non solo). Le persone che vengono contagiate e sviluppano la forma cronica possono vedere il danno epatico avanzare più rapidamente e la malattia aggravarsi se consumano/abusano di bevande alcoliche. [1]
Gli alcolisti, dunque, non sono la categoria più a rischio di contrarre l’Epatite C. Tuttavia, secondo alcuni l’abitudine al bere potrebbe predisporre all’infezione, soprattutto tra chi conduca uno stile di vita sregolato (è dipendente anche da sostanze stupefacenti e/o ha rapporti sessuali non protetti) che può essere più esposto al rischio di contagio. [2] [3]
L’Epatite C non si contrae attraverso l’alimentazione.
Tra le modalità di trasmissione di HCV, il virus dell’Epatite C, non è compresa la dieta. Il contagio avviene infatti per via ematica, ovvero tramite il contatto diretto con sangue infetto attraverso una ferita. Per questo, alcuni fattori di rischio possono infatti essere l’aver ricevuto una trasfusione o l’aver subito un intervento chirurgico con strumenti non monouso prima degli anni Novanta, quando non erano ancora disponibili metodi di sterilizzazione completamente sicuri, oppure la condivisione di oggetti appuntiti e taglienti, come aghi, rasoi, forbici.
La trasmissione per via sessuale è possibile, anche se più rara.[4] Alcuni cibi, tuttavia, possono essere veicolo di altri virus (per esempio HAV, il virus dell’epatite A, può trovarsi in cibi contaminati come molluschi, frutta e verdura consumati crudi [5] ; invece HEV, il virus dell’epatite E, si può contrarre mangiando carne di maiale cruda [6]), batteri, parassiti, oppure possono contenere tossine che causano epatiti.
L’Epatite C non è causata dall’abuso di farmaci.
Come detto, l’Epatite C si manifesta per via dell’infezione da parte di HCV e non è dovuta all’abuso di sostanze. Alcuni farmaci così come alcune sostanze naturali, però, possono, sul lungo periodo o se assunti in dosi esagerate, indurre un’infiammazione del fegato: si parla in questi casi proprio di epatite indotta da farmaci. [7]
Non esiste al momento un vaccino contro l’Epatite C.
Un vaccino efficace per proteggere dall’infezione da parte del virus dell’Epatite C ancora non c’è. La prevenzione si gioca dunque sulla riduzione del rischio di esposizione. Dagli anni Novanta in poi, per esempio, sono entrati in vigore rigidi protocolli di sicurezza per le procedure sanitarie (strumenti monouso e screening del sangue donato), mentre si raccomanda di avere rapporti sessuali protetti per evitare un accidentale contatto diretto con il sangue. [8]
Sforzi per creare un vaccino contro l’Epatite C efficace si succedono da trent’anni, ma finora senza risultati soddisfacenti. Uno dei motivi è che HCV esiste in diverse varianti (genotipi) che a loro volta si dividono in decine di sottotipi: sviluppare un unico vaccino che protegga nei confronti di una simile variabilità è impresa ardua. [9]
L’Epatite C non è incurabile.
Dalla scoperta del virus nel 1989, la ricerca medica ha fatto notevoli passi avanti sia nelle tecniche diagnostiche sia a livello di trattamenti. Oggi, infatti, esistono terapie molto efficaci e con pochi effetti collaterali che portano alla guarigione, cioè all’eliminazione del virus dall’organismo, nella stragrande maggioranza dei casi. [10]
Materiale di carattere informativo non riferibile a contenuti di prodotto e non finalizzato alla promozione del farmaco
PA2203
[1] Fuster D, Samet JH. Alcohol Use in Patients with Chronic Liver Disease. N Engl J Med. 2018;379:1251-1261.
[2] Fuster D, Sanvisens A, Bolao F, et al. Alcohol use disorder and its impact on chronic hepatitis C virus and human immunodeficiency virus infections. World J Hepatol. 2016;8(31):1295-1308.
[3] Novo-Veleiro I, Calle Cde L, Domínguez-Quibén S, et al. Prevalence of hepatitis C virus infection in alcoholic patients: cohort study and systematic review. Alcohol Alcohol. 2013;48(5):564-9.
[4] EpaC Onlus, https://www.epac.it/cm-files/2018/09/25/report-epac-2018-summary11-def.pdf p.1
[5] Ministero della Salute, https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=127&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1
[6] Efsa, https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/4886
[7] National Institute of Health (NIH), Drug-induced liver injury, https://medlineplus.gov/ency/article/000226.htm
[8] WHO, https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c
[9] Mayo Clinic, https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/hepatitis-c/expert-answers/hepatitis-c-vaccine/faq-20110002
[10] WHO, https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c