Storia dell’epatite C: dalle evidenze cliniche alla scoperta del virus

Oggi si sa molto sull’epatite C: come si manifesta, da che cosa è causata e anche come curarla. Ma c’è stato un tempo – e non così lontano – in cui non ci si immaginava che potesse esistere un terzo tipo di epatite virale, oltre alle epatiti A e B, causate rispettivamente dai virus HAV e HBV.

Ma partiamo dall’inizio. Con il termine epatite si indica una generica infiammazione del fegato, che può essere causata da diversi fattori: dall’abuso di alcol all’impiego di alcuni farmaci, fino alle infezioni batteriche e virali.

La storia delle epatiti virali propriamente definite comincia durante la Seconda guerra mondiale, quando osservando alcuni elementi clinici e epidemiologici si cominciò a capire che c’erano due tipologie di epatite diverse in grado di diffondersi: l’epatite infettiva e l’epatite plasmatica (o da siringa). Nel 1947 l’epatologo Frederick MacCallum[1] propose di indicare le due malattie rispettivamente come epatite A e epatite B, ma è solo tra gli anni ‘50 e ‘60 che gli scienziati riuscirono a individuare i patogeni responsabili del virus, identificandoli come HAV e HBV.[2]

La scoperta del virus HCV

Solo negli anni ‘70, però, grazie a strumenti più precisi, tecniche di analisi e nuove indagini, in particolare quelle di Harvey J. Alter sui casi di epatite legati alle trasfusioni di sangue si scoprì qualcosa di ancora diverso: un nuovo tipo di epatite causata da un patogeno diverso da HAV e HBV. Per molto tempo non si riuscì però a isolarlo e la malattia venne indicata come epatite non A non B (NANBH).[3]

La caccia al virus era aperta, ma fu solo nel 1989 che il virologo Michael Houghton, con due articoli scientifici pubblicati dalla rivista Science [4] [5], annunciò la scoperta del virus responsabile di quella che sarebbe stata chiamata epatite C: lo Human hepatitis C Virus, o HCV.

Tuttavia, mancava ancora quella che gli scienziati chiamano la “pistola fumante”, la prova incontrovertibile che il virus appena scoperto fosse davvero il patogeno causa della malattia. Fu Charles Rice a fornirla, con un lavoro che portò a riconoscere ufficialmente l’HCV come agente patogeno unico dell’epatite C. [6] [7]

Le ricerche di Alter, Houghton e Rice hanno portato negli anni successivi a sviluppare test diagnostici e terapie che hanno cambiato la storia clinica dell’epatite C fino ai nostri giorni, lasciandoci intravedere la concreta possibilità di eradicare la silenziosa minaccia di HCV.

Un contributo così significativo per la salute umana che i tre scienziati nel 2020 – l’anno in cui un altro virus ha sconvolto il mondo – sono stati insigniti del Premio Nobel per la medicina.


[1] MacCallum FO. Homologous serum hepatitis. Lancet.1947;250(6480):691-2

[2] Alter HJ, Blumberg BS. Further studies on a “new” human isoprecipitin system (Australia antigen). Blood.1966;27(3):297-309.

[3] Tabor E, Gerety RJ, Drucker JA, et al. Transmission of non-A, non-B hepatitis from man to chimpanzee. Lancet. 1978;1(8062):463-6.

[4] Choo QL, Kuo G, Weiner AJ, Overby LR, Bradley DW, Houghton M. Isolation of a cDNA clone derived from a blood-borne non-A, non-B viral hepatitis genome. Science. 1989 Apr 21;244(4902):359-62.

[5] Kuo G, Choo QL, Alter HJ, Gitnick GL, Redeker AG, Purcell RH, Miyamura T, Dienstag JL, Alter MJ, Stevens CE, et al. An assay for circulating antibodies to a major etiologic virus of human non-A, non-B hepatitis. Science. 1989 Apr 21;244(4902):362-4.

[6] Yanagi M, Purcell RH, Emerson SU, Bukh J. Transcripts from a single full-length cDNA clone of hepatitis C virus are infectious when directly transfected into the liver of a chimpanzee. Proc Natl Acad Sci U S A. 1997 Aug 5;94(16):8738-43.

[7] Kolykhalov AA, Agapov EV, Blight KJ, Mihalik K, Feinstone SM, Rice CM. Transmission of hepatitis C by intrahepatic inoculation with transcribed RNA. Science. 1997 Jul 25;277(5325):570-4.


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